mercoledì 23 agosto 2006

PADRI e FIGLI

"Infatti i figli che non si liberano delle colpe dei padri sono infelici: e non c'è segno più decisivo e imperdonabile di colpevolezza che l'infelicità." (Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane, edizione einaudi, pag.10).

Il dicorso di Pasolini sulle colpe dei padri e dei figli è ampio e complesso, è un discorso ideologico che va oltre i semplici conflitti generazionali, e che non riguarda il rapporto specifico padre-figlio.
Ma in queste sue parole c'è una verità che può coinvolgere sia il singolo individuo che l'intera società.
Guardando mia figlia e i figli di altre persone mi rendo conto che questi pur avendo delle naturali inclinazioni caratteriali crescono assorbendo l'esempio dei genitori e ne diventano in un certo senso "specchio".
Spero di non dimenticare mai questa "lezione di vita" perchè spero di non sbagliare con mia figlia!!!
I figli per essere felici devono liberarsi dall'influenza dei loro genitori: tutti gli errori commessi da loro nel corso degli anni per quanto possano averci influenzati devono essere seppelliti e dimenticati e qualunque cosa non permetta quasta separazione è un ostacolo alla crescita individuale, alla libertà di esprimere i propri diritti, alla possibilità di prendersi delle responsabilità e di commettere errori da cui imparare.
I figli non sono "innocenti" nella misura in cui non si impegnano con tutte le forze per acquistare autonomia e indipendenza, perchè non c'è rispetto verso chi ci sta intorno se prima non si rispetta se stessi e le proprie opinioni.
Che ridere: un genitore che vuole gestire o mi permetto di usare un termine che ho sentito con le mie orecchie "tutelare" un figlio ormai adulto e indipendente...questo è "soffocare" esercitare un autorità conferita da nessuno, nemmeno da Dio.
Io ora sono madre ma spero che il cielo mi fulmini se un domani mi venisse in mente di "tutelare" una figlia quasi trentenne.
Dovremmo essere dei mezzi attraverso cui i bambini desumano tutti gli strumenti necessari per affrontare il mondo DA SOLI.
Mio padre un giorno ha detto a tutti noi che non avrebbe comprato case a nessuno e che piuttosto si sarebbe comprato una casa in campagna per godersi la vecchiaia, e ha aggiuto che noi da grandi ci saremmo "costruiti" le nostre case da soli col nostro impegno e con le nostre scelte.
Allora pensai che fosse un egoista adesso so che se anche mio padre non è un santo ha fatto almeno una cosa giusta. Lui porta avanti la sua vita, noi ora adulti iniziamo le nostre e tra noi non c'è dipendenza ma solo affetto.
Io a Marianna non le comprerò mai una casa, al massimo le potrò lasciare quella in cui vivrò, quando ne avrò una, ma in compenso spero di riuscire a darle una cosa ben più preziosa: la libertà di vivere dove vuole, con chi vuole portando con se un buon ricordo di chi l'ha messa al mondo.
I nostri figli saranno brave persone se noi gli saremo sembrati nel corso della vita brave persone, i nostri figli impareranno non quello che cerchiamo di insegnarli con le parole ma tutto quello che ci avranno visto fare con i gesti, i nostri figli non hanno bisogno di case ma di persone su cui poter contare nel momento del bisogno.
I figli dal canto loro hanno l' "obbligo" di svincolarsi da un legame di sangue opprimente che sarebbe dovuto essere semplicemente un legame d'amore fondato sul rispetto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Nunzia,sono Loredana,amica di tuo fratello Antonio,nonchè insegnante di canto dell'altro tuo fratello Alessandro..ed eccomi qui a leggere il tuo blog passando da quello di Antonio.. .. .. Insomma, da dove mi giro e mi volto trovo i SOFIAAA!... ma quanti sieteeeeee!!!:DDD scherzo..
Voglio dirti che trovo molto piacevole leggerti,mi ritrovo in molte cose che scrivi e scrivi anche molto bene.Condivido le tue osservazioni..Il discorso genitori-figli è complesso ,i genitori sono pur sempre esseri umani che possono sbagliare.. tuttavia i miei hanno fatto molto per me, che se potessi oggi ,dopo tutto quel che mi hanno dato, prenderei io per loro una casa in campagna per permettergli di fare una vecchiaia serena..con tutto il cuore..
Ti saluto.
Loredana

Anonimo ha detto...

Un giorno ho letto questa poesia e l'ho conservata; leggerti mi ha spinta a cercarla ed a copiartela.

I BAMBINI IMPARANO CIO' CHE VIVONO

Se un bambino vive nella critica
impara a condannare;
se un bambino vive nell'ostilità
impara ad aggredire;
se un bambino vive nell'ironia
impara ad essere timido;
se un bambino vive nella vergogna
impara a sentirsi colpevole;
se un bambino vive nella tolleranza
impara ad essere paziente;
se un bambino vive nell'incoraggiamento
impara ad avere fiducia;
se un bambino vive nella lealtà
impara la giustizia;
se un bambino vive nella disponibilità
impara ad avere una fede;
se un bambino vive nell'approvazione
impara ad accettarsi;
se un bambino vive nell'accettazione e nell'amicizia
impara a trovare l'amore nel mondo.

Dorothy Law Nolte.